Biografia

“Non si può fare la rivoluzione senza le donne.
Forse le donne sono fisicamente più deboli
ma moralmente hanno una forza cento volte più grande”

Oriana Fallaci

Letizia Lo Monaco nasce a Palermo alla fine degli anni 50, e qui vive, fatta eccezione per il periodo trascorso a Roma durante l’infanzia. Durante gli anni 80, lascia il capoluogo per le terre del Kaos, sul mare africano.

Il suo percorso creativo inizia quando da bambina, crea, per le sue bambole, modelli ispirati agli abiti delle dive del cinema di quegli anni.

La sua formazione, totalmente umanistica, la porta ad approfondire nel quotidiano, il tema pirandelliano dell’identità inconoscibile e della maschera sociale, temi ricorrenti nei suoi corsi e ricorsi artistici che segnano profondamente il suo lavoro come pura espressione culturale.

Altra espressione del suo percorso trova il suo humus nella problematicità della condizione femminile e nell’unicità dell’individuo, visualizzato, attraverso eleganti forme geometriche, come unicum prezioso e la sua relazione con gli ‘altri’ che figurano attraverso sinuose linee di pelle o acrilico.

E’ così che l’universo visivo dell’artista, fatto di linearità e forme essenziali, è anticamera contenutistica di un cosmo più profondo: l’uomo, la sua unicità nella diversità.

Importante è il ruolo dei materiali, che vede l’utilizzo della pelle, intagliata a mano, e contaminata con polveri ed altri   materiali, per dar luce ad una tecnica mista su tela dal visual unico e concettuale.

L’artista Lo Monaco ha dedicato la propria vita all’approfondimento dell’identità e della maschera sociale, uno dei temi ricorrenti nelle sue espressioni culturali. La sua idea di Arte si proietta in dinamiche concettuali e uniche attraverso un inno inno alla diversità e alla personalità che rendono possibile e riconoscibile la comunicazione.

Se l’ etimologia del termine ‘Arte’ dice ‘Andare verso’, la domanda spontanea è: ‘Andare verso chi?’ L’artista interpreta questa direzionalità come invio di un messaggio dall’uomo all’uomo, senza certezza che ci sia un ricevere.

La visione è dunque quella di un’arte come espressione personalissima dell’individuo che è hic et nunc; come Segno e Significazione dell’umano sentire.

L’arte diventa messaggio in una bottiglia. Il tentativo di un incontro.

I traguardi degli ultimi anni

2016

È una delle artiste donne italiane selezionate dall’Istituto di Cultura Italiana in Cina con una mostra dedicata a Wenzhou; Nello stesso anno le sue opere sono scelte dalla Gallery of Light di Dubai (Emirati Arabi Uniti);

Da Farm Cultural Park, una delle più note realtà italiane dedite all’arte contemporanea, viene commissionata un’opera che rifletta sul tema delle connessioni digitali. Nasce l’installazione ‘BlatteInRete.com’ in collaborazione con Maricetta Lombardo, sound designer vincitrice del David di Donatello per Gomorra e dei nastri d’argento per Gomorra e il Racconto dei racconti.

2017

La sua personale al castello di Chiaramonte di Favara – Agrigento dal titolo ‘Il Brutto Anatroccolo’ riceve grandi apprezzamenti dalla critica per la sua indagine sulla figura femminile e sulla sua relazione al patriarcato maschile;

Sempre nello stesso anno, l’opera “Geometrie Freudiane” viene selezionata da Universal pictures per il lancio nazionale del film 50 Sfumature di Nero;

2018

L’opera ‘Face OFF’ viene selezionata dalla Fondazione Michele CEA di Milano;

2020

L’artista lancia una capsule collection di tessuti per l’arredamento. Pezzi unici dipinti a mano come le sue opere, in mostra in edizione limitata nei migliori show room di design italiani.

2023

La personale a Roma presso Thesign gallery dal titolo ‘Isolità’ indaga il tema dell’individuo, come isola e arcipelago in relazione agli altri.